Il tempo che abbiamo
- Nicola Arnese
- 4 giorni fa
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Spesso ci piace immaginare la vita come un film con una trama ben scritta. Ci sono i ricordi, le anticipazioni, i sogni. E poi… boh, il presente. Quel presente che sembra sempre una pausa tra una scena importante e l’altra. Solo che quelle “pause” sono, in realtà, la vita stessa.
“Ci sono due giorni in cui non puoi fare niente: ieri e domani.” Ricordo che lo diceva sempre un vecchietto, al mio bar preferito a Napoli, tra un caffè e una sfogliatella.
Pensiamoci un attimo.
Ieri è una sala d’attesa piena di specchi. Ci guardi dentro e vedi la tua vita com’era, o com’è sembrata. C’è chi ci torna con nostalgia, chi con rimpianto, chi con rabbia. È come sfogliare un vecchio album di foto: bello, certo, ma le persone in quelle immagini non ti rispondono.
Non puoi abbracciarle, né litigarci. Eppure ci andiamo spesso, in quel passato. Come se potessimo cambiarlo. Sistemare una parola detta male, rimediare a una decisione evitata, salire su quel treno perso.
Ma la verità è che non si può modificare nemmeno una virgola di ciò che è stato.
Domani, invece, è una promessa. O meglio: una speranza con i fiocchi. “Domani vado, domani faccio, domani inizio…” Domani è la scusa preferita dell’umanità. È come quel parente che dice “passo a trovarti” e non si fa mai vedere.
E allora resta oggi.
Il presente. Che parola antipatica, se ci pensi. Non ha il fascino malinconico del passato, né la luce dorata del futuro. Eppure è l’unico tempo vero. L’unico che ci appartiene.
Il tempo in cui possiamo fare. O almeno provare. L’unico tempo in cui puoi amare, sbagliare, telefonare, uscire, pensare, respirare… è questo. Capita a tutti di sentirsi bloccati. Non da catene esterne, ma da pensieri che viaggiano nel tempo sbagliato.
“Se solo non avessi fatto quella scelta…” “Appena finisce questo periodo, ricomincio…”
E intanto, la vita resta in pausa. Come un film lasciato in standby col telecomando.
Ma nessuno verrà a premere play per noi. Siamo noi, i registi. Anche se a volte la telecamera trema.
Un po' come col caffè. C’è chi sorseggia e guarda il bicchierino come se fosse la vita stessa: concentrato, presente. E c’è chi nel frattempo guarda il telefono, manda messaggi, pensa alla riunione di domani o alla litigata di ieri. Il caffè si raffredda. E pure la vita.
Cosa puoi fare oggi?
Non intendo cambiare il mondo, eh. Ma magari puoi dire quel “grazie” che rimandi da giorni. Guardare davvero chi hai davanti. O uscire a camminare, anche se piove.
Perché ogni piccolo gesto fatto oggi ha un potere enorme: esiste.
E poi, diciamolo, vivere nel presente è anche più onesto. Il passato è un racconto che cambia ogni volta che lo ricordiamo. Il futuro è una sceneggiatura scritta a matita, piena di cancellature.
Solo l’adesso è sincero. A volte scomodo, ma sincero. Allora oggi non è solo un tempo. È un’occasione. E come tutte le occasioni, va colta senza troppi pensieri.
Perché il rischio, altrimenti, è passare la vita a prepararsi a vivere.
Forse non possiamo cambiare il passato, né controllare davvero il futuro. Ma possiamo allenarci a stare dove la vita accade davvero: qui, ora. Se anche tu senti il bisogno di vivere con maggiore presenza e chiarezza, forse è il momento di esplorare nuove prospettive.
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