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Non ho tempo.

“Non ho tempo”, mi ha detto. Lo ha detto come si dice “piove” o “è tardi”. Una frase qualsiasi, detta con leggerezza. Eppure, mi ha lasciato un vuoto dentro.


In quella frase si nasconde un mondo: la distanza, l’indifferenza, il non voler esserci. Perché il tempo ce l’abbiamo tutti. Non è mai questione di quantità. È questione di volontà. Il tempo non si trova, si dà. Si regala, come un caffè offerto, come un sorriso fuori orario. E quando non lo si dà, vuol dire che da qualche parte, nel cuore o nella testa, qualcosa o qualcuno viene prima di te.


Quando qualcuno dice “non ho tempo”, spesso lo fa senza pensarci. È diventato normale, quasi elegante. Ma bisogna stare attenti, perché quelle parole leggere, chi le riceve le sente pesanti. È come dire “non ho spazio per te”. E anche se non è cattiveria, è comunque una scelta. Una scelta che, nel tempo, diventa abitudine. E che allontana, piano piano, senza far rumore.


Il tempo non si trova, si sceglie. Se qualcuno ci tiene a te, quel tempo lo crea. Lo tira fuori tra una riunione e un semaforo, tra una mail urgente e una corsa al supermercato. Anche solo per un messaggio, una telefonata, un caffè in piedi. Non è questione di fare, è questione di voler esserci. E di farsi trovare.


E poi c’è quell’altra verità, che fa un po’ male ma va detta: il tempo che diamo racconta chi siamo. Dice chi conta e chi no, chi ci attraversa e chi resta. E ogni “non ho tempo” lasciato lì, come un biglietto non letto, costruisce distanza. Non subito, ma col tempo sì. E quando te ne accorgi, è tardi. L’altro se n’è andato. O peggio: ha smesso di aspettarti.


Anche a me è capitato di dire “non ho tempo” mentre avevo il caffè caldo davanti e il cellulare in mano. Ma se mi guardo con onestà, non era il tempo che mi mancava. Era la voglia. La voglia di mettermi in gioco, di aprirmi, di ascoltare. E allora forse sarebbe meglio imparare a dirla meglio, quella frase. A dire: “Oggi non riesco a esserci come vorrei. Ma ci tengo”. Che è diverso. Che è umano.


Perché il tempo non lo trovi sotto il divano, come le ciabatte o il telecomando. Il tempo si sceglie. Si dà. Si offre come si offre un gesto buono. E se ci pensi, in fondo è semplice: chi ti vuole, il tempo lo trova. E se non lo trova, lo inventa.


Ogni “non ho tempo” è una scelta, non una condanna. È il modo in cui mettiamo in ordine le persone e le cose. Se senti che è arrivato il momento di dare più spazio a chi conta davvero – anche a te stesso – allora forse vale la pena fermarsi e ascoltare.

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