Perché è tempo.
- Nicola Arnese
- 17 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Tutto inizia chiuso, immobile, in attesa.
Una crisalide appesa a un ramo.
Da fuori sembra niente.
Una piccola cosa che non si muove, che non dice, che non chiede.
Ma dentro, qualcosa si trasforma.
Non c’è fretta.
Non c’è spettacolo.
Solo tempo. Calore. Silenzio.
Una pazienza che non ha bisogno di sapere dove sta andando.
La farfalla non sa che diventerà farfalla.
Eppure si prepara lo stesso.
Poi, un giorno, senza annuncio, il guscio si rompe.
Piano.
Senza rumore.
E quello che esce è un essere nuovo.
Fragile.
Bellissimo.
Mai visto prima.
La farfalla non si volta.
Non dice grazie, non dice addio.
Non ha bisogno di spiegare.
Semplicemente, vola via.
Perché è tempo.
La crisalide non è un errore.
È necessaria.
Senza quella forma, non ci sarebbe il volo.
Ogni fibra, ogni attesa, ogni chiusura ha avuto un senso.
Ma non si può vivere da farfalla restando attaccati al bozzolo.
Non si può volare portandosi dietro ciò che ci ha protetti.
Ci sono forme che ci hanno contenuto, nutrito, custodito.
Forme che ci hanno permesso di diventare.
Ma non possono accompagnarci oltre.
Perché hanno finito il loro compito.
Perché è tempo.
Il problema non è ciò che finisce.
Il problema è quando ci ostiniamo a restare dentro ciò che era.
Ci sono persone, ruoli, abitudini, certezze
che ci hanno fatto bene.
Ci hanno tenuto al caldo quando fuori era freddo.
Ci hanno dato un nome, un posto, un senso.
Ma ora stringono.
Non lasciano più spazio.
E continuare a starci dentro fa male, anche se non vogliamo ammetterlo.
A volte ci restiamo per paura. Per riconoscenza.
Perché “con tutto quello che è stato”.
Come se il passato fosse una giustificazione eterna.
Ma anche la crisalide, a un certo punto, si rompe.
Perché è tempo.
Non si tratta di scegliere.
Non è coraggio. Non è egoismo.
È vita.
La trasformazione non chiede il permesso.
Arriva.
Come l’alba. Come la primavera.
Come tutto ciò che non possiamo controllare.
E allora forse non dobbiamo più chiederci se è giusto restare o andare.
Se è troppo presto.
Se ferirà qualcuno.
Forse dobbiamo solo ascoltare quella voce lieve che dice:
Ora è il momento di aprirti. E andare altrove. Con ali nuove.
Ora sei. Non sei più quello di prima.
Perché è tempo.