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La Meraviglia di tornare principiante

  • Immagine del redattore: Nicola Arnese
    Nicola Arnese
  • 23 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 24 apr


Certe volte sapere troppo diventa un problema.


Non un problema grosso, niente che ti faccia finire nei guai. Ma qualcosa che ti fa perdere la meraviglia.

Succede, per esempio, quando uno ha fatto tante riunioni, tanti progetti, tante presentazioni… che ormai sa già tutto. Almeno, così crede.


L’altro giorno ero seduto accanto a uno di questi. Un manager con molta esperienza, uno che ha visto più fogli Excel lui che tramonti.


Eravamo a un workshop di quelli cool e creativi, con i post-it, le matite colorate, le domande aperte. Dopo nemmeno mezz’ora, lui si avvicina verso di me e  sottovoce mi dice, quasi con compassione:


“Eh… lo so già dove vogliono andare a parare.”


Io non ho detto niente. Ma intanto lo guardavo.

Non lui, in verità. Guardavo gli altri. Quelli che non sapevano dove si andava a parare. E proprio per questo… stavano davvero seguendo il percorso.


Lo vedevi nei loro occhi: erano presenti. Alcuni esitavano, altri si lanciavano, ma tutti erano lì. Aperti, curiosi, vivi.

Alla fine è uscita un’idea nuova. Non una rivoluzione, per carità, ma qualcosa che non c’era prima. Una cosa piccola, ma vera.


Lui no. Lui è uscito con la stessa opinione con cui era entrato. Perfetta, ordinata, intatta. Come nuova.


Ecco, questa è la trappola dell’esperienza: ti fa pensare di sapere già. Ti convince che non serve più ascoltare, perché tanto “ci siamo già passati”. Ma a forza di sapere, smetti di vedere.


Il principiante, invece, non sa. E proprio per questo guarda. Non ha ancora costruito la mappa, e allora si affida alla strada.Fa domande semplici, a volte ingenue, ma autentiche.


Perché la vera intelligenza non è accumulare sapere, ma saperlo mettere da parte e tornare principianti, quando serve.


A volte basta una domanda ingenua per accendere una lampadina che mille riunioni non hanno mai acceso. Questo vale nelle aziende, nei team, e perfino dentro di noi. Riscoprire lo sguardo del principiante può cambiare il modo in cui affrontiamo le sfide, prendiamo decisioni, ascoltiamo gli altri. È un allenamento di presenza e umiltà, non una debolezza. Se questo ti ha fatto riflettere, potresti esplorare come il coaching può aiutarti ed eventualmente accedere a un ciclo pro bono con me. Nicola Arnese offre queste sessioni nei suoi momenti liberi per non creare conflitti con altri impegni professionali. Potrebbe essere necessaria una certa flessibilità nella pianificazione.




 
 
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