Il Bambino del Mali
- Nicola Arnese

- 24 set
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 ott

Il Presidente Mattarella, nel suo studio, ha appeso una vignetta, un disegno. C'è un ragazzino che se ne sta seduto sul fondo del mare a leggere un libro.
É ispirato ad una storia vera, la storia di un piccolo corpo che hanno trovato su una spiaggia del Mediterraneo.
Questo corpo fu portato a Milano,in un laboratorio speciale che cerca di dare un nome a questi poveri resti umani. Fu consegnato in un piccolo sacco. Dal peso si capiva che era di un bambino.
Era un ragazzino di 14 anni, venuto dal Mali, morto nel Mar Mediterraneo. E nella giacca cucita all'interno, forse dalla sua mamma, c'era la sua pagella con dei voti bellissimi.
Il Mali è lontano, lontanissimo. Per arrivare in Libia, da dove era partito il barcone, il bambino aveva fatto 4.000 chilometri, che è più o meno come andare da Napoli al Polo Nord. Affrontando un viaggio terribile, rischiando la vita. Una vita che poi ha perso.
Questo bambino voleva una cosa sola: andare a scuola.
Voleva avere un'occasione, voleva quello che noi, in questa piccola parte fortunata del mondo, diamo spesso per scontato.
Oggi nel mondo, un bambino su cinque può andare a scuola. Quattro su cinque non possono. Quattro bambini su cinque si svegliano ogni mattina e devono lottare per arrivare a sera: per la fame, per le carestie, per le guerre, per i colpi di stato, per i grandi casini che succedono nei loro paesi, per il cambiamento climatico, per la loro vita di sofferenza.
Studiare è avere una possibilità. Non dimenticarlo. A volte sarà dura, a volte avrai voglia di mollare, ma spesso farai notti intere con la voglia di imparare.
Sappi che lo farai anche per quel bambino. Per quel bambino


